Stefano Ligoratti
Stefano Ligoratti
è nato nel 1986 e sta ultimando i suoi studi presso il Conservatorio "G.
Verdi" di Milano.
E' pianista, organista, clavicembalista, pianista di musica da
camera, compositore, Direttore d'Orchestra.
Impossibile? Sì e no. La musica è il suo linguaggio, la sua vita.
Non sa e non vuole scegliere. Così sta studiando contemporaneamente pianoforte
(sotto la guida prima di Maria Gloria Ferrari, di Riccardo Risaliti e di Leonardo Leonardi poi), Organo
(con Ivana Valotti), Clavicembalo (con Maria Cecilia Farina), Composizione (con
Paolo Arcà), Direzione (con Julius Kalmar ed Herbert Handt).
Ha iniziato i suoi studi musicali all'età di 11 anni,
improvvisamente folgorato dall'ascolto della "Toccata e Fuga in re
minore" di J. S. Bach. Deciso a diventare organista, si butta quasi da
autodidatta sulle partiture di Bach, iniziando subito anche a comporre e ad
improvvisare.
Appassionato compositore, ha fondato un proprio gruppo
musicale, "L'Ensemble Perpetuum mobile", con il quale, in qualità di
Direttore e pianista, si è esibito in numerosi concerti, eseguendo proprie
composizioni e trascrizioni e un repertorio di musica barocca.
Dopo il primo concerto organistico, tenuto nel 1999, ha
affiancato gli studi in Conservatorio ad una intensa attività concertistica,
esibendosi a Milano e provincia, Alessandria, Asti, Pavia e provincia, Cremona,
Lugano, Stoccolma...
Numerosi anche i premi conquistati in Concorsi Nazionali ed
Internazionali...
Note dell'autore su "Il Canto del fuoco”:
In questo brano, scritto a sedici anni, sono debitore al Bach della "Fantasia cromatica" dell’insistente e progressivo modulare armonico, e a Skrjabin del clima emotivo e drammatico, fatto di accordi abbastanza insoliti e commentato da un insistente ed appassionato uso delle ottave.
E’ musica descrittiva: parte da un tremolo, che rappresenta lo smorzarsi delle ultime fiamme dell’incendio in un bosco. In una sorta di flash-back, viene poi presentata la storia dell’incendio, dalla prima scintilla che si fa a poco a poco affascinante fiamma, fino alle altissime fiamme alimentate dal vento, che divorano e distruggono, si alternano, scemano e riprendono, fino ad esaurirsi, improvvisamente, perché non c’è più niente da bruciare. L’accordo finale in mi maggiore in secondo rivolto dà un senso della tragedia che si arresta, ma anche il senso della tragedia che è incompiuta… e si ripeterà.
Available Options: |
Download Score: |
|
[Scarica l'anteprima] (per salvare il file di anteprima clicca sul link con il tasto destro del mouse e seleziona "Salva oggetto con nome...")
|